Apologia di Socrate
2021

Apologia di Socrate

Lucifero

di Platone
una riflessione sulla giustizia, lettura scenica
con Rosario Campisi e Riccardo Massai
regia e drammaturgia di Riccardo Massai

un ringraziamento a Nessuno tocchi Caino per l’aiuto nel reperimento di parte del materiale video

 

Lo spettacolo

L’Apologia è una delle opere di Platone più lette, tratta della difesa che Socrate pronuncia dinanzi ai giudici, durante il processo nel 399 a. C., quando a seguito di una congiura politica, il filosofo è accusato di corrompere i giovani e di empietà ed è condannato a morte. Socrate in quest’ultimo disperato appello afferma che non si deve credere, col condannare a morte, di impedire il rimprovero contro una vita non vissuta in modo giusto, all’uomo giusto non può accadere nessun male: il Bene è la vera dimensione dell’Assoluto.
Contemporaneo nella concezione della giustizia, Platone e attraverso di lui Socrate, hanno ancora da insegnarci sull’idea e la messa in opera della giustizia, in un allestimento che confronta il pensiero attico di più di due millenni fa alla situazione attuale, per diventare ancora oggi atto di accusa contro la pena di morte, e/o contro chi è ucciso, sia esso colpevole o innocente cercando di far riflettere sul valore della vita: attraverso video ed immagini dei condannati a morte di oggi lo spettacolo cerca di tracciare un filo rosso che lega il discorso filosofico al discorso etico contemporaneo. Lo spettacolo rappresenta il processo a Socrate, riproponendo anche la forma della duplice votazione da parte della corte, che simbolicamente è raffigurata dagli spettatori stessi che saranno così coinvolti oltre che fisicamente, in un contatto stretto con gli attori, anche emotivamente, sentendosi parte integrante della vicenda.

 

Estratti di Rassegna Stampa

Ironico atto di accusa: l’apologia di Socrate
Selinunte: Omaggio alla vita. Che ha diritto di arrivare fino in fondo, che nessun uomo, potente, gerarca, tribunale, ha il potere di distruggere. Atto d’accusa ironico, quasi sussurrato, violento e febbrile. Un video per raccontare le mille e una condanna a morte, inverosimile nel Terzo millennio, ma anche i volti di coloro che sono caduti per la democrazia. Uomini e donne che sono la risposta più netta alla morte procurata dopo un giudizio. Pian piano prende corpo la difesa che Socrate pronuncia dinanzi ai giudici: i giurati si contano, l’uomo e il filosofo devono morire. Restano sospese le parole che chiamano pace.
Simonetta Trovato, Giornale di Sicilia 9/08/2008

 

Lo spettacolo è allestito con la collaborazione del Ministero per i Beni Culturali, Regione Toscana, Museo Archeologico di Firenze, Provincia di Firenze, Comune di Bagno a Ripoli

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