I mille cancelli di Filippo

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Dettagli Evento

Il documentario di Adamo Antonacci sulla creatività, le dinamiche familiari e le prospettive di
Filippo, ragazzo autistico di 25 anni, che dipinge porte e cancelli

Un’occasione di conoscenza, confronto e condivisione, in occasione della Giornata Mondiale di Consapevolezza sull’Autismo, è proposta dal documentario I mille cancelli di Filippo, per la regia di Adamo Antonacci, che sarà presentato sabato 2 aprile (ore 16.00), al cinema La Compagnia di Firenze.
Saranno presenti all’anteprima mondiale del film il sindaco del Comune di Firenze, Dario Nardella, l’assessora all’Educazione e Welfare, Sara Funaro, il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, il presidente del Quartiere 4 Mirko Dormentoni, e l’assessore di Bagno a Ripoli, Francesco Pignotti. A presentare il film, insieme al regista, ai produttori, agli ospiti istituzionali e al protagonista, sarà Giancarlo Passarella.
Prodotto da Larione 10, sostenuto da Toscana Film Commission nell’ambito del programma “Sensi Contemporanei Toscana per il Cinema”, con il patrocinio del Comune di Firenze e del Comune di Bagno a Ripoli e la collaborazione del Quartiere 4 di Firenze, il film vede protagonista Filippo Zoi, ragazzo autistico di 25 anni. La sua più grande passione sono le migliaia di porte e cancelli che ha visto e disegnato nella sua vita e che elenca periodicamente ai suoi genitori: dai cancelli dell’infanzia, fino a quelli più recenti.
Mentre molte famiglie collassano sotto il peso di un figlio rientrante nello spettro autistico, la famiglia Zoi ne affronta quotidianamente le problematiche spesso spiazzanti, nella faticosa ricerca di un equilibrio, da provare a reinventare ogni giorno, tra le esigenze quotidiane del ragazzo e la loro vita familiare in generale.
Ad essere rappresentata nel film è la capacità dei genitori e di Filippo di coinvolgere l’intera comunità nella loro vita artistica e familiare: amici, parenti, colleghi di lavoro, istituzioni, come a voler dimostrare che
nessuna famiglia è un’isola e che di fronte alle diversità e alle difficoltà bisogna aprirsi il più possibile.
Attraverso la narrazione del film, scopriamo così non solo i ritmi e l’organizzazione familiare dettata dalle esigenze di Filippo, ma anche come sia possibile trovare una via di comunicazione per dialogare con il
pensiero autistico attraverso le arti visive.
Ma le problematiche legate alla neurodiversità dell’autismo sono molto complesse e la creatività e l’arte possono essere uno strumento, fra i tanti da ricercare, per dare una prospettiva alle persone come Filippo.

Credits
I mille cancelli di Filippo è un documentario diretto da Adamo Antonacci da un’idea del produttore Alessandro Salaorni. Da sempre impegnato con la disabilità in relazione all’arte, Antonacci ha ideato la mostra fotografica Divine Creature ospitata presso il Museo dell’Opera del Duomo di Firenze e in seguito presso i Musei Vaticani di Città Del Vaticano. Ha inoltre diretto un lungometraggio “Ridere fino a volare” e alcuni documentari selezionati in numerosi festival.
LARIONE10, società produttrice del documentario, lavora dal 1980 nei settori audiovisivi e musicali attraverso il proprio studio di registrazione. Negli anni ha collaborato con i maggiori artisti italiani e tra i vari riconoscimenti, con il video clip “Una notte in Italia” di Ivano Fossati, ha vinto il premio come miglior video europeo al MIDEM di Cannes nel 1988. Con il documentario “La regina di Casetta” di Francesco Fei, ha vinto nel 2018 il Festival dei Popoli nella sezione Italiana, nel 2019 la Genziana d’Oro al Festival di Trento e il premio UNESCO Dolomiti Patrimonio dell’Umanità.

RELAZIONE DEL REGISTA

Qualche tempo fa, l’amico Alessandro Salaorni mi ha parlato di Filippo Zoi, un ragazzo autistico dotato di una sensibilità artistica molto marcata. L’aspetto che lo aveva colpito maggiormente era che Filippo aveva illustrato due libri di fiabe scritti dal padre che presentavano insieme in varie biblioteche fiorentine di fronte a un pubblico sempre numeroso.
Ho chiesto allora ad Alessandro di farmi conoscere la famiglia Zoi, poiché entrambi eravamo convinti che sarebbe stato interessante realizzare un documentario sulla loro vita. Così, dopo un paio di mesi, abbiamo cenato insieme in un piccolo ristorante molto amato da Filippo, l’Osteria del Rosso. Appena entrati dentro il ristorante Filippo ha incrociato una signora al bancone e subito le ha chiesto se casa sua avesse dei cancelli e porte e di che colore fossero… Il padre Enrico ci ha raccontato che per Filippo hanno un significato e un’importanza enorme già da quando era bambino. Filippo infatti ricorda tutti i cancelli (compreso orari di apertura e chiusura dei parchi) e tutte le porte che ha visto.
Durante la cena abbiamo così avuto modo di conoscere Filippo, il padre Enrico e la madre Raffaella. Alessandro aveva già accennato loro l’ipotesi di realizzare un documentario incentrato su Filippo e sulla sua famiglia.
Da subito ho avvertito tutta la partecipazione non solo della mamma e del padre, ma anche e soprattutto di Filippo che a modo suo si è dimostrato entusiasta. La prima ripresa che desiderava facessimo nel modo più assoluto era quella che lui definiva (e definisce tuttora) l’amaca e la Madonnina dell’Argentario, luogo di vacanza a lui carissimo che sembra essere fondamentale per la sua stessa anima.
Già da questi primi aneddoti, ho potuto constatare che per Filippo la routine e i luoghi, così come il tempo e lo spazio, possiedono un significato diverso rispetto al nostro: ogni azione va ripetuta nello stesso identico modo e, cosa ancora più importante, niente smette di avere significato per lui. Se ama un luogo o un’attività queste continueranno per sempre ad avere la stessa identica importanza.
Successivamente ci siamo ripromessi di approfondire l’idea di questo progetto iniziando ad avvicinarci sempre di più a Filippo: abbiamo più volte avuto occasione di andare a casa sua nel quartiere dell’Isolotto a vederlo mentre disegnava, constatando tutto il suo amore per la compagnia e la buona cucina. Ma non tutto è come sembra. Ogni sera, infatti, sia il padre che la madre insieme al figlio devono stilare una lista dettagliata ora per ora di tutte le attività che Filippo svolgerà il giorno dopo. Dalla colazione fino all’ora di andare a letto, tutto viene prestabilito in modo minuzioso cercando di prevedere anche gli imprevisti, per lo meno la possibilità che se ne verifichi uno. Questi ultimi sono un vero e proprio scoglio per Filippo e possono essere un motivo scatenante di
crisi violente. Tutto ciò implica da parte dei genitori un impegno costante dove ogni traguardo raggiunto dal figlio non è mai definitivo: le ricadute o i passi indietro sono un rischio continuo. Eppure, nei mesi trascorsi a conoscere la famiglia Zoi, non li ho mai visti cedere allo sconforto o alla desolazione. Sia il padre che la madre sembrano aver trovato un equilibrio e una forza interiore difficili da spiegare o da raccontare. Soprattutto a colpire è la leggerezza (sarei tentato di dire la grazia) con cui affrontano giorno per giorno tutte le sfide e le preoccupazioni, tanto da spingermi a credere che questa testimonianza possa risultare utile a tutte quelle famiglie che vivono storie simili alla loro.
Una volta conosciuta a fondo la famiglia Zoi, ci siamo concentrati sulle ricche relazioni che animano la vita di Filippo incontrando la nonna Teresa, la sorella Irene ( che viveva ad Amburgo per svolgere un dottorato in fisica delle particelle e ora lavora come ricercatrice al Fermilab di Chicago ), il suo ‘educatore’ Waldo, lo psicologo Batistini, il presidente del quartiere Dormentoni, oltre ad un numero impossibile da catalogare di persone che gli vogliono bene e che ruotano attorno a lui. Abbiamo così scoperto che la famiglia è riuscita negli anni non solo a tessere dei legami fortissimi col quartiere dell’Isolotto e con la comunità circostante in generale, ma anche a mettere al centro di ogni relazione Filippo, tanto da renderlo vero e proprio protagonista di una rete di relazioni tanto fitte quanto profonde.
Adamo Antonacci

Il Tirreno – Lunedì 30 Maggio 2022

Quando

(Venerdì) 21:30 - 23:30

Location

Vagone della Vedova Begbick

Via Montisoni, 10 Bagno a Ripoli

Prezzi

Ingresso Libero